L’articolo analizza il ruolo giuridico delle organizzazioni della società civile (CSOs) nella difesa dei diritti umani online, usando come caso di studio il Global Digital Compact (GDC) nel percorso verso il Summit of the Future dell’ONU. Con un taglio di multi-level governance e attenzione al soft law, ricostruisce i principali passaggi normativi (ONU, UNESCO, UE), evidenziando come la partecipazione delle CSOs stia evolvendo da dimensione consultiva a co-determinazione normativa nelle politiche digitali globali.

Abstract

Italiano
Adottando una prospettiva realista e multilivello sul diritto internazionale, il contributo mostra come i diritti umani su Internet derivino da processi storici, politici e culturali, oltre che da norme scritte. Nel quadro del Global Digital Compact, le organizzazioni della società civile assumono un ruolo crescente nella definizione, implementazione e limitazione dei diritti digitali, sollecitando trasparenza, responsabilità e inclusione. Il GDC è qualificato come strumento di soft law con effetti procedurali e sostanziali, utile a orientare prassi regolative future, purché siano garantite forme strutturate di partecipazione significativa, specie per comunità vulnerabili o sottorappresentate.

English
Adopting a realist, multi-level approach to international law, the article argues that human rights online emerge from historical, political and cultural constructs, beyond codified norms. Within the Global Digital Compact process, CSOs increasingly act as normative interlocutors in shaping digital rights—pushing for transparency, accountability and inclusion. The GDC is framed as a soft-law instrument with both procedural and substantive effects, guiding future regulatory practices, provided that meaningful and structured participation—especially for vulnerable or underrepresented groups— is effectively ensured.